Il nuovo LG 55E6V, display top di gamma (serie Signature a parte), rappresenta la migliore espressione della gamma OLED LG. Un enorme passo in avanti qualitativo rispetto a un LCD LED tradizionale…
La tecnologia OLED Organic Light Emitting Diode non è certo nuova, se ne parla da molto tempo, ma da poco sono davvero disponibili prodotti consumer su larga scala industriale. Ciò che discosta nettamente questa nuova tecnologia dalla LCD è che non ha bisogno di retro-illuminazione, essendo le celle OLED “anche” fonte di luce. Questo pone l’OLED automaticamente un passo avanti, enorme, rispetto alla tecnologia LCD tradizionale. Vediamo perché. L’LCD ha bisogno per funzionare, per essere visualizzato, di una retroilluminazione, ovvero di una fonte di luce che attraversi la cella che funge come una porta; completamente aperta, luce 100%, completamente chiusa luce “teorica” 0. Teorica perché, per mille motivi diversi, una parte di quella luce che dovrebbe essere oscurata trapela, rendendo quel punto singolo, quel pixel, e/o quelli adiacenti meno “neri” del nero teoricamente assoluto. All’inizio dei tempi – ma ancora oggi si utilizza questa tecnica – la retroilluminazione si faceva con delle lampadine fluorescenti più o meno comuni, che davano energia a tutta la parte posteriore dello schermo, erano poi le varie celle ad aprirsi e chiudersi, modulando.
È nata poi la retroilluminazione a LED (pertanto è estremamente scorretto parlare di TV LED o TV LCD, sono entrambi LCD, uno con illuminazione normale, e l’altro, appunto, con illuminazione LED), molto più affidabile e “risparmiosa”, effettuata nei primi modelli con una certa quantità di LED posizionati opportunamente su una guida d’onda, che però creavano (creano) aloni di luce in base al posizionamento dei LED, abbastanza visibili in scene particolarmente scure. Successivamente, e soprattutto nei Tv più costosi i LED sono stati sistemati come su una scacchiera, più fitta man mano che si sale di qualità, in modo da evitare questi problemi, regolando la luminosità dei LED in modo opportuno secondo i contenuti. Restringendo sempre di più la scacchiera si ha una “matrice” di LED di retroilluminazione, fino ad arrivare ad avere in un TV LCD 4K o full-HD un massimo di circa 350 zone. In questo modo la retroilluminazione di blocchi relativamente piccoli sarà modulata – nelle tecniche più evolute – secondo la luce che deve emettere quella determinata zona sullo schermo. Questa tecnica, detta del “local dimming”, oltre a porre delle grosse difficoltà costruttive, obbliga la logica del Tv a effettuare dei calcoli estremamente complessi, dovendo essa modulare sia l’intensità della luce che quella del singolo pixel. In una scena scura la zona LED sarà quasi del tutto spenta, viceversa quando c’è bisogno di luce. Ovviamente questa tecnica è la migliore, ma guarda caso anche la più costosa. L’OLED non ha bisogno di tutto questo, perché ogni singolo pixel si illumina “spontaneamente” quando viene sottoposto ad un campo elettrico, in modo proporzionale all’intensità del pixel; non esiste retro-illuminazione e potremmo ottenere le massime prestazioni in modo molto più semplice di quanto non avviene con gli LCD.
Ma veniamo al 55EV6V che verrà presto affiancato dal 65” e dal 75”. LG è senza alcun dubbio leader indiscusso nello sviluppo e realizzazione di pannelli OLED. Ci ha creduto e investito da sempre, debuttando per prima nel mondo dei Tv con questa tecnologia, e non di meno cedendo i propri pannelli OEM a molti costruttori che li hanno personalizzati.
Il catalogo di TV OLED, anche curvi, è piuttosto vasto, con modelli dai 55” ai 75” abbastanza declinati per prezzo e prestazioni. Questo 55E6V è l’ultimo nato, e si inserisce subito dopo la linea top di gamma, è affiancato da un 65” e un 75” che usciranno a breve. La veste estetica è piuttosto sobria e minimalista, ovviamente spicca – non ci siamo abituati – una grossa lastra di vetro che costituisce il pannello, alla base assicurato da una struttura contenente l’elettronica e l’alimentazione, struttura molto più massiccia sul retro del Tv che nel frontale, dove è visibile solo una sorta di soundbar (l’audio è firmato Harman Kardon). Molto “suggestivo” il retro del pannello, la fitta matrice di collegamenti si vede chiaramente, e può sembrare ad un occhio poco tecnico una sorta di trama simile a quella delle strutture in carbonio. Su un lato gli ingressi, numerosi, tra i quali 3 USB (una 3.0), HDMI, component, composito. Ovviamente il 55E6V è uno Smart TV di ultima generazione (web OS 3.0), con Wi Fi, MHP (Media Home Platform) ed è in grado di riprodurre contenuti Replay TV (Rai, Mediaset, La7) e TV On Demand (Premium, Netflix, Chili, Tim Vision, Google Movie).
È anche in grado di registrare da HDD esterno collegato su una USB. Non mancano, ovviamente, supporti per DLNA, Intel WiDi e Miracast. Mirabile il lavoro fatto sui telecomandi. Quello principale è dotato di puntatore, tipo mouse, davvero efficace e divertente. Sul TV si visualizza un grosso indice colorato da puntare sulla funzione desiderata, è sufficiente la pressione di un tasto per confermare. L’esperienza è molto simile a quella a cui siamo abituati con un comune mouse e una volta fatta un minimo di abitudine diventa intuitivo e divertente. Inoltre il remote, di ottima fattura, è piuttosto massiccio e pesante, finalmente non un oggetto leggero ed economico.
Anche l’altro remote, più compatto e dotato dei comandi semplificati, è di ottima fattura. In dotazione anche 2 occhiali 3D. I menù di set-up offrono molte possibilità di calibrazione ed aggiustamento, tra cui due preset Isf, piuttosto efficaci. Chi può e vuole ha la possibilità di tarare finemente e con molti banchi a disposizione le immagini. I preset di fabbrica, numerosi, sono comunque abbastanza ben calibrati. C’è da dire che in generale il pannello, pur vedendosi benissimo con qualsiasi luce ambientale, risente, proprio per l’impressionante risoluzione di cui è capace sulle bassissime luci, di un ambiente “studiato” dal punto di vista dell’illuminazione.
È certo che se si vuole gustare un film apprezzandone tutte le sfumature, è necessario mettersi nelle migliori condizioni. Ma questo non deve essere visto come un difetto, anzi. Questo problema, con la stragrande maggioranza degli LCD, non si porrebbe neanche, non riuscendo questi ultimi proprio a visualizzare certe minime sfumature.
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via Roberto Montanaro Blog